Il Progetto Terapeutico Riabilitativo Personalizzato
Per ciascun ospite in carico viene redatto, tenuto conto del Piano di Trattamento Individuale dell’ente inviante (C.S.M.), il Progetto Terapeutico Riabilitativo Personalizzato (P.T.R.P.) che, in rapporto alla patologia, alle disabilità, alle potenzialità, alla storia personale ed alle aspettative dell’utente, individua gli obiettivi finali di miglioramento della qualità della vita da perseguire attraverso la riduzione delle disabilità, la riacquisizione dell’autonomia, della cura di sé e dell’ambiente, delle competenze interpersonali ed intrapersonali, delle abilità strumentali generali e favorenti l’autonomia all’esterno ed il completo reinserimento sociale.
Per ogni ospite viene nominato un operatore di riferimento in maniera stabile e continuativa per il raggiungimento degli obiettivi previsti nel P.T.R.P. e compilata una cartella personale nella quale sono riportati in maniera completa ed aggiornata tutte le informazioni relative all’andamento del progetto, i risultati dello stesso e lo stato di salute di cui gli stessi utenti sono adeguatamente informati.
Dopo la fase di valutazione del funzionamento personale e sociale dell’Utente, in cui si individuano le carenze e le abilità residue, si procede con la stesura e l’attivazione del P.T.R.P..
Gli strumenti utilizzati per la valutazione qualitativa sono i seguenti: VADO (Valutazione di Abilità e Definizione degli Obiettivi), schede di osservazione e monitoraggio settimanali, mensili e semestrali.
La durata del PTRP è in funzione della condizione psicologica e sociale dell’ospite e degli obiettivi che sono stati concordati con lo stesso e con l’inviante.
Ciò premesso, è necessario precisare che ogni intervento è prioritariamente ricercato nel rispetto del progetto concordato e attuato all’interno di un intenso lavoro relazionale, richiamando sempre la persona a un atteggiamento consapevole nei confronti del suo malessere. La SRP2, infatti, in tale contesto, deve essere intesa come “luogo di scelta” e non come luogo di assegnazione imposto e non condiviso. Per questo, l’accesso, la permanenza e la cura in comunità sono scanditi da un costante rimando dell’ospite al contratto terapeutico.